Chiunque si avvicini al mondo del videomaking o decida di iniziare a creare video per la propria attività prima o poi, solitamente e stranamente molto presto, rimando affascinato dalle potenzialità del Chroma Keying, chiamato spesso Green screen, per poter cambiare lo sfondo ai propri video. Sembra proprio la soluzione di tutti i problemi, anche se quasi sempre si rivela la fonte di questi più che la soluzione e tra poco vedremo perché. Ma innanzitutto chiariamo cos’è?
COS’E’ IL CHROMA KEYING
Questa tecnica nacque molti anni fa, e lo scopo è semplice: poter ricreare una qualsiasi ambientazione che sia finta o simile ad una reale in studio, utilizzando uno sfondo particolare solitamente di colore verde o blu che poi viene rimosso e sostituito con un altro a piacimento.
Nell’industria cinematografica è usato spessissimo, specie nei film di fantascienza. Anche in TV viene usato spesso e sicuramente prima o poi lo avrai visto applicato alle previsioni del tempo, col presentatore che sta davanti ad una mappa indicando nei vari punti le condizioni atmosferiche.
Perché lo sfondo deve essere verde o blu? Perché questi colori sono quelli più facilmente rimovibili senza creare artefatti sul soggetto che sta davanti ad esso. Il verde si tende ad utilizzare quando lo sfondo che verrà applicato a computer è di una tonalità chiara, mentre il blu solitamente quando dobbiamo rimpiazzarlo con uno sfondo scuro simulando ad esempio una scena notturna.
Qualsiasi software semi professionale e professionale ormai è in grado di rimuovere il verde e sostituirlo con ciò che vogliamo, anche se con risultati e controlli molto spesso diversi tra loro.
LE SFIDE DA SUPERARE
Per quanto detto finora sembra che sia veramente alla portata di tutti e magari stai già pensando di iniziare ad usarlo. Mi dispiace rovinare la festa, ma è mia intenzione metterti in guardia riguardo ad un paio di concetti chiave che potrebbero rovinare il tuo risultato. Del resto YouTube e i social in genere sono pieni di video terrificanti in cui questo effetto è applicato in maniera orrenda. Scusa la mancanza di mezzi toni, ma è la verità. Quali sono le sfide?
La prima è data dalle videocamere e da come registrano i file. La maggior parte delle videocamere entry level registrano i file su piccole schedine SD. Per poter scrivere tutto il file senza perdere fotogrammi, e per non riempirle dopo pochi minuti di ripresa, sono progettate per comprimere molto i file.
Questo significa che gran parte delle informazioni sono perse già durante la registrazione. E’ come se in fase di ripresa la maggior parte dei dati venisse buttata ancor prima di essere scritta. Però il codec, ossia l’algoritmo, di compressione utilizzato è così efficiente che non ce ne accorgiamo.
Se mettessimo fianco a fianco un file non compresso con uno compresso sarebbe molto difficile per un occhio inesperto trovare la differenza. Allora dov’è il problema? Il problema sta nel fatto che la maggior parte delle informazioni buttate sono quelle relative al colore. Questo perché i nostri occhi sono molto più sensibili alla scala di grigi che al colore, quindi nel decidere cosa buttare le informazioni sui colori sono quelle che se ne vanno per prime.
Questo può anche andare bene finché il file viene preso e magari caricato su YouTube senza doverlo lavorare troppo. Ma se dobbiamo agire in post produzione, ad esempio per usare la tecnica del Chroma Keying ecco che le informazioni sui colori che sono andate perse si fanno sentire, perché il programma avrà pochi dati su cui lavorare quando deciderà cosa rimuovere e cosa lasciare nel frame.
Questo significa che non possiamo usare la nostra reflex per il chroma keying? No, possiamo usarla, ma se vedi artefatti uno dei motivi potrebbe essere questo. Queste ultime, insieme a una miriade di videocamere entry level simili, registrano con una campionatura dei colori di 4:2:0. Senza entrare troppo nel tecnico, significa che le informazioni sui colori sono un quarto di quelle della scala di grigi.
Le videocamere di fascia un pò più alta, come quelle della Blackmagic design per esempio, registrano in 4:2:2 che tradotto significa che le informazioni sui colori sono la metà di quelle della scala di grigi. Quindi sulla carta sono più adatte a questo tipo di operazione.
La seconda sfida è data dalla poca dimestichezza con l’illuminazione che ha la maggior parte dei principianti che si avvicina a questa tecnica. Idealmente questa dovrebbe essere perfetta, con il soggetto ben illuminato e lo sfondo anch’esso illuminato nel modo più omogeneo possibile. Se abbiamo angoli o addirittura intere parti del frame in cui il verde ha una tonalità diversa, potrebbe essere un bel problema.
COME UTILIZZARE IL CHROMA KEYING
Se hai deciso di provare comunque questa tecnica, ecco come devi procedere. La prima cosa è procurarti un telo verde. Sceglilo il più professionale possibile. C’è un motivo per cui una particolare tonalità di verde viene usata e non è un caso. Quindi compralo presso un negozio di fotografia o online presso un sito che vende materiale apposito.
Una volta posizionato su uno stand, cerca di illuminarlo nella maniera più uniforme possibile. Qui sotto vedi un esempio
Fatto questo, posizionati ad almeno un metro dallo sfondo. Idealmente due metri. Più spazio c’è tra te e lo sfondo, meno probabilità ci saranno che del verde rimanga sul bordo della tua figura quando andrai a rimuoverlo a computer. Questo è un problema classico di chi è agli inizi, perchè i video vengono fatti in stanze piccole in cui il poco spazio costringe a rimanere molto vicini allo sfondo.
Cerca di trovare la giusta illuminazione per lo sfondo, che sia la più omogenea possibile. Procurati altre lampade se non ne hai, ma assicurati che non ci siano angoli o addirittura intere porzioni del frame con una luminosità diversa rispetto al resto.
POST PRODUZIONE
Finite le riprese, importa i file a computer. Nel tuo software per il montaggio, esegui una veloce correzione colore al clip, nel caso tu in ripresa abbia usato poca nitidezza, contrasto e saturazione.
Fatto questo, individua il plugin per la rimozione del verde. In Final Cut Pro X, per esempio, si chiama Keyer.
L’ultimo passaggio consiste nello scegliere il nuovo sfondo, che può essere un’immagine fissa oppure un video volendo, e posizionarla sotto al clip a cui abbiamo applicato il keyer.
Questo nuovo sfondo apparirà dietro al nostro soggetto.
Ovviamente ogni programma ha un plugin e un workflow diverso per fare quest’operazione, ma il principio è sempre lo stesso. Nei prossimi articoli vedremo come farlo passo passo nei principali software per il montaggio video.
CONCLUSIONE
Come avrai capito, se non la conoscevi già, questa tecnica è molto potente ed è abbastanza chiaro perché attragga tante persone, anche alle prime armi. Tuttavia, sebbene possa sembrare facile come fare due click a computer in seguito, il vero lavoro avviene in ripresa. Se fai tutto correttamente, è davvero molto facile e divertente.
Se invece combini dei casini potresti passare ore e ore a cercare di recuperare e rimpiangeresti il fatto di averlo fatto, come spesso mi è stato riferito.
Quindi il mio consiglio è sicuramente di sperimentare, ma solo dopo che avrai appreso le basi della ripresa e dell’illuminazione. Non è sicuramente una tecnica adatta ai principianti, specialmente se si vuole un risultato veloce.