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Se hai mai pensato di migliorare l’illuminazione dei tuoi video e quindi di acquistare dei kit professionali, sicuramente avrai visto che spessissimo si usano i softbox. Ti sei mai chiesto come mai siano così spesso utilizzati negli studi fotografici e in quelli video? Oggi lo vediamo.
Per prima cosa è fondamentale parlare un attimo di illuminazione. Quando giriamo video ovviamente ne abbiamo bisogno, specialmente se usiamo videocamere con un sensore di dimensioni non grandi e che quindi faticherebbe notevolmente in sua assenza. Se siamo in esterno abbiamo a disposizione la luce fornita dal sole (ovviamente di giorno).
Se però hai mai provato a riprendere un soggetto in esterno in una bella giornata estiva o primaverile con una bel sole molto probabilmente avrai notato una cosa: le ombre, specialmente sotto al naso e al mento sono molto molto marcate. Come mai?
Quando la fonte luminosa è piccola e lontana, è molto facile che si formino sui nostri soggetti delle ombre che possono essere molto distraenti. Proprio per la natura dell’illuminazione, questo è l’effetto che otteniamo. Non è detto necessariamente che sia una cosa negativa, è semplicemente ciò che capita.
Nel cinema d’altra parte, specie nelle scene drammatiche i registi e direttori della fotografia utilizzano questo tipo di illuminazione per aumentare il tono della scena, aiutati ovviamente dagli attori.
Se d’altra parte registriamo video per il nostro canale Youtube nel quale forniamo informazioni e tutorial, è molto probabile che vogliamo avere un look più standard con ombre meno marcate. Ed è proprio qui che entrano in gioco i diffusori. Il loro nome, come è facile intuire, deriva dal fatto che hanno come scopo quello di diffondere la luce. Facendo ciò, le ombre sui soggetti diventano meno marcate.
Ci sono tanti tipi diversi di diffusori, tra cui ovviamente i softbox, gli ombrelli, gli ombrelli riflettenti, diffusori homemade con pannelli eccetera. Oggi ti parlo dei softbox.
In commercio se ne trovano di tanti modelli: rettangolari, quadrati, a forma esagonale, con o senza griglia, integrati in kit con lampade e singoli.
Come Decidere?
Innanzitutto dobbiamo decidere se ne vogliamo uno singolo, con adattatore che poi potrà essere adattato a diverse lampade (il classico caso è quello con adattatore di tipo Bowen S). Se nel nostro studio facciamo anche foto, potremmo decidere di acquistare un softbox con un tipo di attacco che poi potremo usare su strobe per fotografie e al bisogno su luci continue.
Nel caso non ci serva, possiamo optare per un kit che abbia già le lampade integrate. Ovviamente in questo caso dobbiamo essere sicuri che il kit sia adatto alle nostre esigenze.
Dimensioni
Uno dei dubbi che molto probabilmente attanaglia chi li acquista per la prima volta è: di che forma e dimensioni mi serviranno? Entrambi questi fattori influiscono sulla diffusione di cui saranno capaci.
Tendenzialmente la regola è questa: più è grande il pannello (e questo vale anche per altri tipi di diffusori) meno marcate saranno le ombre. Quindi per esempio un diffusore intorno ai 120cm X 80 cm diffonderà di più di uno che ha come dimensioni 60cm X 90 Cm.
Per figure intere, quando vogliamo veramente diffondere la luce il più possibile, non è raro utilizzare softbox veramente grandi, quasi quanto la persona che andremo a riprendere.
Tuttavia se riprendi nel 90% dei casi soggetti ravvicinati, primi piani o comunque non ti serve riprendere a figura intera, allora un pannello di medie dimensioni come 90X60 può fare al caso tuo.
Ovviamente se hai lampade alle quali puoi modificare il diffusore, allora in futuro potrai cambiare il softbox nel caso non ti soddisfi.