Uno degli aspetti più importanti che si deve prendere in considerazione quando si realizza un video, riguarda la stabilizzazione delle riprese, che assume una fondamentale importanza soprattutto quando si effettuano riprese ad alta risoluzione. Non c’è niente di peggio, infatti, che dover visualizzare un video traballante, non nitido a causa di continui movimenti, tremolii o, peggio, scatti improvvisi nel passaggio di ripresa da una zona ad un’altra.
Per questo motivo esistono una serie di strumenti che permettono di effettuare riprese molto stabili, non solo in studio, ma anche e soprattutto in esterno. Lo strumento più noto è sicuramente il treppiede, anche se in certi casi non è possibile utilizzarlo, per cui si deve ricorrere ad altri tipi di soluzioni, come ad esempio i Rigs, ossia i così detti spallacci, che permettono di stabilizzare la ripresa spostando il peso della macchina sulla spalla, molto più solida, e non sulle mani. Le riprese libere, infatti, non garantiscono una buona stabilizzazione e potrebbero dare vita a video tremolanti e di pessima qualità.
Ma quali sono le caratteristiche principali dei Rigs? E come si utilizzano?
Per quanto riguarda le caratteristiche bisogna specificare che esistono molti diversi tipi di Rigs, che differiscono soprattutto per qualità e prezzo. Come sempre, consiglio ai principianti o a quanti utilizzano gli spallacci per la prima volta, di iniziare con modelli economici, per iniziare ad abituarsi all’uso e per provare a sperimentare le diverse prese e posizioni che verranno spiegate più avanti. Solo quando si sono comprese tutte le possibilità di utilizzo e ci si rende conto che si lavora bene utilizzando questo tipo di stabilizzatori diventa conveniente utilizzare modelli più professionali.
Un ottimo modello per iniziare è quello che presenterò in questo tutorial: si tratta di un prodotto della ditta Kamerar (maggiori informazioni all’indirizzo www.Kamerar.com).
Con un piccolo investimento iniziale è possibile acquistare un kit che permette di iniziare ad utilizzare questo tipo di strumentazione, sperimentandone le principali possibilità. Inoltre, gli strumenti e gli accessori della Kamerar possono essere sempre integrati con nuovi elementi aggiuntivi, che si rendono necessari a mano a mano che il lavoro procede e le necessità di avere una strumentazione più professionale aumentano. Sul sito web della Kamerar è infatti possibile acquistare un elevato numero di strumenti ed accessori per effettuare foto e riprese di ottima qualità anche a prezzi molto convenienti.
Lavorare con gli spallacci non è difficile né complesso ma, per prima cosa, è fondamentale comprendere ad assemblare in maniera corretta i vari componenti: si tratta di un’operazione abbastanza semplice ma che va fatta con attenzione e, soprattutto, va effettuata in maniera differente a seconda delle proprie esigenze. Se si vuole lavorare in modalità classica, ad esempio, bisogna montare le impugnature verso il basso: si tratta di un modo per ricreare un’ergonomia quanto più simile a quella che avrebbe una videocamera classica. Con questo tipo di impugnatura le mani riescono ad effettuare una leggera spinta indietro in modo tale che la spalla funga da perno per poter stabilizzare le riprese. Con questo tipo di montatura la videocamera si viene a trovare più o meno all’altezza del mento, permettendo di effettuare riprese comode e con una buona stabilità.
Un’altra possibile soluzione è invece quella di montare i Rigs con l’impugnatura verso l’alto: in questo modo la videocamera si troverà in una posizione inferiore rispetto alla presa classica e, infatti, si troverà all’altezza del petto: proprio sul petto, infatti, sarà posizionato il fermo dei Rigs. Si tratta di un tipo di impugnatura che può essere utilizzato solo per alcuni tipi di macchine, come le reflex o le mirrorless con LCD orientabile. In altri casi è necessario che la macchina sia dotata di un monitor esterno per poter avere una visuale perfetta della ripresa.
Esiste anche una terza modalità di utilizzo dei Rigs, ossia sempre con l’impugnatura verso il basso ma con la distanza tra il fermo della spalla e la videocamera accorciata. Questa opzione permette di avvicinare la videocamera al viso, per poter effettuare riprese proprio come se non si utilizzassero i Rigs. Questa modalità d’uso è consigliabile solo quando le riprese possono essere effettuate senza muoversi troppo, per cui non si rende necessario avere una maggiore visuale del contesto intorno e ci si può concentrare maggiormente sul mirino o sullo schermo.
Molte mirrorless offrono la possibilità di poter guardare nel mirino mentre si effettua la ripresa. In questo modo si riesce ad avere un’idea più precisa di quello che si sta riprendendo anche durante le riprese esterne e in casi in cui la presenza di luce eccessiva potrebbe dare fastidio. Questa opzione è fondamentale quando non si abbiano monitor esterni che permettono di migliorare la visualizzazione delle riprese.
E’ importante notare che, quando si usano gli spallacci, la messa a fuoco durante le riprese deve essere continua. Naturalmente stiamo parlando del caso di messa a fuoco manuale, ossia la modalità più consigliata quando si girano dei video. Per facilitare le modalità di messa a fuoco si può usare un follow focus, che deve essere agganciato al Rig e fissato intorno alla ghiera della messa a fuoco dell’obiettivo tramite un anello specifico che viene fornito nel kit del follow focus. Tale anello presenta infatti una ghiera che, agganciandosi a quella della messa a fuoco dell’obiettivo, permette di impostare in maniera semplice e veloce la messa a fuoco durante le riprese, semplicemente ruotando una manopola che mette in funzione le ghiere accoppiate.
Gli spallacci possono essere dotati di ulteriori accessori, che permettono di effettuare riprese stabili e pratiche. Ad esempio, è possibile utilizzare un braccio snodabile esterno, di piccole dimensioni, che può essere facilmente avvitato al Rig ed essere utilizzato per diverse funzioni. La più comune è sicuramente quella di attaccarvi un monitor esterno, ma sono possibili anche altre soluzioni, come, ade esempio, quella di disporvi un iPhone o altri dispositivi per effettuare una registrazione audio.
Come già detto in apertura gli spallacci possono essere un’ottima scelta quando non si possono utilizzare i treppiedi ma si vuole ottenere in ogni caso una ripresa stabile. Naturalmente, visto l’elevato numero di modelli e i range di prezzo, è sempre consigliabile scegliere con cura prima di effettuare una scelta affrettata.
Molti fotografi/video maker utilizzano gli spallacci anche come semplice alternativa alla classica cinghia che permette di portare la macchina intorno al collo: quando si ha a che fare con macchine più professionali e pesanti, infatti, la cinghia non solo diventa scomoda, ma anche pericolosa per la macchina che resta soggetta a dondolamenti pericolosi, che potrebbero danneggiare la macchina stessa. Gli spallacci, infatti, permettono di mantenere sempre la videocamera a contatto con il proprio corpo in una posizione stabile e sicura. Naturalmente, come si diceva in apertura, esistono diversi modelli di spallacci, più o meno economici: la scelta di spallacci di buona fattura permette anche di incrementare il livello di comfort nell’indossarli e nell’utilizzarli, per cui nel momento in cui ci si rende conto di trovarsi bene con questo tipo di attrezzature, può essere conveniente acquistarne subito un modello di livello medio alto, per coniugare praticità e comodità. I costi, naturalmente, cresceranno con l’importanza dei modelli acquistati ma tra i prodotti della Kamerar è sempre possibile trovare qualità e convenienza per assicurarsi Rigs di buona fattura e resistenza a prezzi molto convenienti.